Le sempre più frequenti grandinate rappresentano una seria minaccia per l’integrità delle coperture degli edifici, mettendo le aziende di fronte alla necessità di gestire correttamente e in tempi brevi lo smaltimento dei tetti danneggiati. Questo tipo di danno non è solo strutturale: spesso comporta la produzione di rifiuti edilizi potenzialmente pericolosi, come guaine bituminose, lane minerali o materiali contenenti amianto.
In questi casi, è fondamentale intervenire rapidamente per lo smaltimento corretto dei tetti danneggiati. Comprendere la normativa vigente e affidarsi a partner esperti è fondamentale per garantire un processo sicuro, efficiente e nel pieno rispetto delle leggi ambientali.
La grandine può rompere o perforare le coperture, lasciando esposti materiali di rivestimento o isolamento, con conseguente rilascio di frammenti, polveri e sostanze inquinanti. Molti edifici industriali, soprattutto se costruiti prima degli anni 2000, possono contenere componenti in amianto o guaine impermeabilizzanti bituminose, entrambi soggetti a regolamentazioni ambientali severe.
La gestione dei rifiuti derivanti da tetti danneggiati dalla grandine rientra nella complessa normativa italiana che disciplina lo smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione. Il riferimento principale è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, noto come Testo Unico Ambientale. Questo decreto definisce i rifiuti edili come rifiuti speciali (articolo 184, comma 3, lettera b)) e ne stabilisce le procedure di gestione, dall’identificazione al trasporto e allo smaltimento finale.
Un aggiornamento importante è rappresentato dal Decreto 28 giugno 2024, n. 127 (Decreto Inerti 2024), entrato in vigore il 26 settembre 2024, che regola il recupero dei rifiuti edili, abrogando il precedente D.M. 152/2022. Questo decreto mira a promuovere il riutilizzo dei materiali inerti, definendo criteri di conformità in base alla loro destinazione d’uso.
Ogni materiale costituente il tetto danneggiato (tegole, coppi, cemento, isolanti, guaine bituminose, legno, metalli e, in alcuni casi, amianto, pannelli solari) deve essere correttamente classificato attraverso il Catalogo Europeo dei Rifiuti (EER).
L’attribuzione del corretto codice EER è cruciale per determinare le procedure di smaltimento o recupero appropriate.
Ad esempio, tegole e coppi potrebbero rientrare nei codici 17 01 02 o 17 01 03, mentre materiali isolanti come la lana di vetro potrebbero avere il codice 17 06 04. In caso di tetti contenenti amianto (eternit), la classificazione e le procedure di smaltimento sono ancora più rigorose.
In caso di danneggiamento quindi la copertura non può essere semplicemente rimossa o smaltita come rifiuto edile generico: è necessario effettuare analisi chimiche e classificazione dei materiali, per determinare se si tratti di rifiuti speciali o pericolosi. Solo dopo questa fase è possibile pianificare il corretto conferimento presso impianti autorizzati.
I materiali più frequentemente danneggiati in seguito a eventi atmosferici intensi includono:
Lo smaltimento di coperture danneggiate è un processo tecnico che prevede diverse fasi:
Dopo il sopralluogo, vengono eseguite analisi chimiche per determinare la classificazione del rifiuto (secondo il catalogo europeo CER). I materiali vengono quindi rimossi in sicurezza da personale abilitato, con utilizzo di DPI certificati e contenitori conformi ADR per il trasporto.
Nel caso di amianto, è necessario presentare un piano di lavoro all’ULSS territorialmente competente, e l’intervento può essere eseguito solo da ditte iscritte all’Albo Gestori Ambientali, categoria 10.
Tutti i passaggi devono essere documentati con Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR), per garantire la tracciabilità completa del materiale rimosso. I rifiuti vengono infine conferiti in impianti autorizzati, con rilascio della documentazione finale di smaltimento.
Lo smaltimento di un tetto danneggiato dalla grandine richiede una serie di passaggi precisi, che variano a seconda della presenza o meno di amianto.
Per lo smaltimento di tetti costituiti da materiali non pericolosi, è necessario seguire questi passaggi:
La presenza di amianto impone procedure ancora più rigorose:
I costi per lo smaltimento dell’eternit variano in base a fattori specifici come metratura, accessibilità del sito e tipologia e stato del materiale.
Nuova Ecologica 2000 supporta le aziende nella gestione completa dei materiali da costruzione danneggiati da eventi atmosferici, attraverso un approccio consulenziale e operativo integrato.
I nostri tecnici effettuano sopralluoghi tempestivi, coordinano le analisi necessarie e forniscono assistenza in ogni fase: dalla classificazione del rifiuto, alla compilazione dei documenti, fino allo smaltimento conforme presso impianti certificati.
Il nostro servizio di Eco Consulenza permette alle aziende di valutare correttamente rischi, tempistiche e costi, evitando fermi operativi, sanzioni o non conformità in fase di controllo.